Commenti: 33
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Samuele Pinna La storia che A NOI piace!
 
Giancarlo Derudas Grazie sig.MARIO GRIMALDI...cultura di Sassari e la sardegna
 
Marcello Atzena Già la storia che a Noi piace e appassiona!
 
Sergio Mario Sechi Questa è una parte di storia Sarda molto importante ed interessante. Sarebbe bello approfondirla.
 
Mario Grimaldi Sicuramente lo faremo, comunque Sergio, se vai a ritroso troverai altre pubblicazioni su questo argomento, dovreebbe esser stato pubblicato qualcosa in merito anche nel blog (se non ricordo male):
sassaristoria.blogspot.com
 
Yuri Foglia Certamente approfondiremo anche con documenti del nostro archivio! 
grazie!
 
Maria Antonietta Pedoni molto importante,,bisogna approfondirla ,,,chissà quanta storia c'è nel nostro archivio...!!!!!non sarà finita
 
Yuri Foglia Certamente su questo argomento non si finisce mai.
 
Mario Grimaldi E allora iniziamo ad approfondire: Mi pare avessi già scritto della, diciamo organizzazione burocratica di questi Giudicati, ma penso che rinfrescare la memoria serva anche a sollecitare altri approfondimenti.. dunque:

AMMINISTRAZIONE: IL GIUDICATO (detto rennu = regno o logu = territorio) si divideva in curatorie o partes(= provincie) amministrate da un curator Emoticon smilegovernatore) nominato dal giudice; ogni curatoria comprendeva un certo numero di ville = (paesi) amministrati da un majore de villa che veniva nominato dal curatore.

GOVERNO: Tutti i poteri dello stato (legislativo, esecutivo, giudiziario) e il comando dell'esercito erano accentrati nel giudice (detto anche Donnu, dal latino dominus = Signore), la cui carica, prima elettiva, divenne poi ereditaria. Gli affari più importanti dello stato venivano discussi nella Assemblea del Regno (la corona de logu), cui partecipavano i (majorales = maggiorenti), i donnikelos (familiari del giudice, maggiorenti), il clero e il popolo, ma col solo potere consuntivo. 

SOCIETA': La classe dominante era costituita, naturalmente, dai majorales (donnikellos, alto clero, latifondisti e grandi proprietari di bestiame); c'erano poi i liberi possessores Emoticon smile piccoli proprietari terrieri), che potevano migliorare le proprie condizioni economiche e diventare maggiorenti. < Il resto della popolazione > scrive A. Boscolo, <che ammontava a tre quarti del totale, era formato da servi (servos) che, a seconda della soggezione al padrone, prendevano diversi nomi>
Eì interessante ricordarli: 
Il servo integru dava tutta la sua opera ad un solo padrone; 
Il servo leteratu apparteneva a un solo padrone solo per metà, mentre, se per un quarto, prendeva il nome di pedatu. 
E' importante, però, sottolineare che la proprietà del servo non era intesa in termini fisici, ma riferita alla sua prestazione di lavoro calcolata in giornate: in questo rapporto il servo poteva essere venduto, donato, permutato. Il restante tempo libero era del servo, che poteva lavorare per se stesso e pagarsi la libertà. Avveniva, così, che un servo rimanesse tale per dover dare al suo signore il lavoro di un solo giorno la settimana, e vi era chi, seppur completamente libero, rimanesse legato al padrone solo per dovergli speciali prestazioni. 
<Al servo era riconosciuta, comunque, la personalità patrimoniale, una propria capacità giuridica, la libertà di contrarre matrimonio, di partecipare ai diritti sui beni comunali e di testimoniare ai processi.>
 
Amira Maggio Come su accennato, intorno al 1015, nel particolate, fu il principe arabo di Denia (Spagna) e delle Baleari Mogehid al-Amiri, chiamato dagli italiani "MUSETO", che salpò da Maiorca con 120 navi: Aggredì il Comune toscano di Luni, già messo in ginocchio dalla malaria e dalle precedenti incursioni, e lo rase al suolo. Quindi balzò alla conquista della Sardegna: nonostante la disperata resistenza dei Sardi, che nella difesa persero uno dei loro Giudici, gli Arabi riuscirono a sbarcare, occuparono alcune zone costiere (forse presso PORTO TORRES) e si disposero a impadronirsi dell'Isola.
" Il momento è grave, gli stati cristiani del Tirreno si sentono ancora una volta minacciati dal pericolo saraceno: primo fra tutti reagisce il Papa BENEDETTO VIII°, che incita le Repubbliche di Genova e Pisa a unire i loro sforzi per liberare la nostra regione: le due città marinare capiscono che se la Sardegna soccombesse ai musulmani, questo costituirebbe una incessante e inaccettabile minaccia ai lo traffici nel Tirreno (che entrambe considerano un loro mare); tra il 1015 e il 1016, ergo, le due flotte alleate sconfiggono ripetutamente le navi di "MUSETO" nelle acque territoriali sarde, mentre le forze dell'isola,da terra, guidati dai loro giudici, braccano gli ultimi invasori Saraceni rimasti.
La Sardegna sembra finalmente libera dal pericolo delle invasioni, e può quindi godersi in pace la propria libertà, ma.... - come oramai si è imparato, la storia è piena di < ma > - ogni evento, sia pure il più grande, ha sempre, vicino a quelli positivi, anche i suoi riflessi negativi. 
Ricorderemo in seguito queste due facce della medaglia.
 
Mario Grimaldi Grazie Amira, hai dato un ulteriore spunto, infatti fu proprio dai fatti di cui hai scritto, che le due repubbliche marinare si accorsero di quanto importante fosse la nostra isola dal punto di vista strategico, politico e, non meno, commerciale: Quindi, all'indomani della vittoria, intrecciarono una fitta rete di rapporti commerciali con i giudicati.
 
Marcello Atzena Vero, iniziarono a giungere, allora, in Sardegna i prodotti del continente (dai manufatti a agli oggetti di artigianato, dalle spezie, ai tessuti, dal ferro alla frutta) e contemporaneamente partivano navi cariche di grano, orzo sale,minerali, corallo, bestiame e relativi derivati: dalle pelli al cuoio, dalla lana al latte e al formaggio. L'esempio dei mercanti d'oltremare indusse i sardi più facoltosi a cercare più fortuna nei traffici, trasformandosi da latifondisti e proprietari di bestiame in commercianti: si affermò così -come già è stato detto in altre occasioni - sulla nostra isola quella classe mercantile che avrebbe costituito la base della futura BORGHESIA isolana.
 
Yuri Foglia Possiamo dire che, a differenza delle altre dominazioni, l'influenza pisano-genovese diede un benefico impulso all'economia sarda: col rinascere del commercio, infatti, riprese l'attività artigianale,. si ripopolarono alcuni centri costieri e sorsero nuovi villaggi. La Sardegna entrò a contatto con la civiltà comunale italiana e quindi con quella europea.
 
Giovanna Sale Va tenuto in considerazione anche l'aspetto storico-culturale: a seguito dei Pisani e dei Genovesi, ma più spesso sollecitati dagli insistenti inviti dei giudici, giunsero in Sardegna numerosi monaci(Benedettini, Vittorini, Cassinesi, Vallombrosani, Camaldolesi, Cistercensi) che la riempirono di monasteri, chiese, abbazie che erano destinati a diventare centri di attività fiorenti: inserendosi, nella maggior partte delle volte, tra il popolo, i religiosi li misero a contatto con la emergente realtà italiana:Ricordiamo che i registri di quelle comunità religiose, i condaghi, sono tra i primi documenti della lingua volgare sarda: sarà questa a dare alla civiltà sarda quel connotato di italianità che si è conservata anche quando la dominazione degli spagnoli ebbe a isolare la nostra isola dall'Italia. 
L'opera dei monaci rivalutò l'esercizio agrario e pastorale; intorno ai monasteri, paragonabili a grandi aziende comuni, si ararono i terreni incolti, che vennero tramutati per renderli più produttivi e immettervi nuove colture e di conseguenza le campagne, in questo modo rivalorizzate , iniziarono pian piano a ripopolarsi.
 
Samuele Pinna "Vero Giovanna Sale, ci sarebbe anche, tra le altre mutazioni politiche, da ricordare che le due Repubbliche Marinare <importarono> in Sardegna un altro aspetto della civiltà italiana: i Comuni. A causa dello sfasciamento cronologico di cui avete già parlato, in Sardegna non era comparso il feudalesimo, che ormai andava spegnendosi nel resto dell'Europa: esso non vi era potuto sorgere perché l'isola, quando l'Europa iniziava a frantumarsi in numerosissimi feudi, era già saldamente governata dai suoi Giudici. Proprio i Giudicati avevano impedito la nascita dei Comuni, anche perché nell'isola non esisteva una consistente Borghesia.
E fu così che quando, intorno al 1200, questa classe sociale andò lentamente formandosi, Pisa E Genova ritennero fosse arrivato il momento il momento di di introdurre nella regione la nuova forma di governo: nel 1216 iniziarono i Pisani, occupando il colle cagliaritano dove eressero un castello e si governarono a libero Comune; fu poi la volta di SASSARI (1236), che si ribello al governo giudicale (anche di questo avete già scritto) di TORRES costituendosi in Comune sotto la <protezione> di Pisa. Gradatamente altri Comuni sorsero, retti da potenti famiglie delle due repubbliche: Castel Genovese (Castelsardo) e ALGHERO, sotto i DORIA di Genova: BOSA, retta dai MALASPINA, anch'essi genovesi; Terranova (OLBIA) e Villa di Chiesa, sotto i Pisani.
A parte la facile considerazione che i Comuni Sardi erano liberi per modo di dire, si afferma anche che questa forma di governo, giunta quando ornai i Comuni continentali andavano scomparendo e trasformandosi in Signorie, rimase sempre estranea alla società Giudicale Sarda."
(Gaetano)
>Visto il potere della storia: i suoi eventi sono ( come suol dirsi) come le ciliegie: uno tira l'altro, gli amministratori si compiacciono<.
 
Nurra Giacomo Chissà perchè quando si entra nel vivo della storia diminuisce l'interesse collettivo. Eppure per costruire un futuro migliore sarebbe opportuno conoscere meglio la storia sopratutto per far si che i capitoli negativi di essa non si ripetano. Ma le mie probabilmente diventano solo urla nel deserto. Vedremo a Sassari nuovamente gli stranieri che costruiranno un nuovo castello , ci comanderanno a bacchetta e tutti i Sassaresi andranno a coltivare i cavoli negli orti... anche quelli muniti di laurea in medicina. Buona giornata.
 
Mario Grimaldi QUESTO è GIACOMINO, LA STORIA E' FATTA DA TUTTI!, NON SOLO DAI GRANDI, MA ANCHE DALL'ULTIMO DEGLI UOMINI.
 
Mario Grimaldi Vedrete che quando ricomincerà "il traffico" invernale, l'argomento verrà ancora sicuramente trattato con la dovuta considerazione!
 
Mario Grimaldi Tutta la storia che, in questa pubblicazione, abbiamo raccontato ha sicuramente portato ad un evento non trascurabile quale quello di aver perduto l' autonomia isolana: Teniamo presente che l' impresa contro il sopra nominato Museto segnò la nascita della potenza navale di Pisa e Genova, ma anche l'inizio della loro secolare rivalità, che le avrebbe condotte a una lotta senza quartiere: e il teatro di questa lotta, in gran parte, fu proprio la Sardegna! Anche i monaci che appartenevano prevalentemente a ordini religiosi toscani, non dimenticando le loro origini si attivarono per favorire Pisa; altri si mossero allo stesso modo nei confronti del Papato che era sempre convinto di poter far valere i suoi diritti sull'isola, o di Genova. Ed ecco che i Sardi vanno incontro, in questo intreccio di interessi e favori a una nuova soggezione, o almeno alla perdita dell'autonomia.
 
Marcello Atzena Ed è infatti da allora che i nostri territori hanno iniziato a subire, non solo le prepotenti influenze straniere, ma anche quelle delle potenze militari, economiche ed ecclesiastiche pervenute dalla penisola.
 
Antonio Carta IL LOGUDORO - MEILOGU L'antico Logu de Torres,nel quale si colloca i logudoro, corrispondeva al giudicato medioevale che andava dal Montiferru All'anglona , compresa l'isola dell'Asinara; la parte centrale di questa zona era definita col nome di Meilogu. Fattori favorevoli ambientali e climatici hanno contribuito, fin dalla lontana Preistoria, alla formazione di insediamenti umani, tanto che, nella regione, attualmente si ritrovano numerosi esiti delle culture succedutesi lungo i secoli. Si tratta dei resti di stanziamenti all'aperto, di insediamenti in grotta e di un certo numero di necropoli a ipogeo ( domus de janas " casa delle fate nane ", nell'immaginario popolare ) di particolare interesse. Per quanto riguarda quest'ultimo tipo di monumenti si possono tenere presenti le seguenti tombe preistoriche : Sant'Andrea Priu, presso Bonorva in epoca altomedievale rifunzionalizzata come chiesa rupestre da religiosi di osservanza bizantina ; Mandra Antine, nelle campagne di Thiesi, di grande interesse per le decorazioni dipinte di protomi taurinee altri motivi. Inoltre, è da tenere in considerazione il dolmen Sa Cavaccada, posto in agro di Mores. Nel Meilogu, l'antropizzazione del territorio più ampia dell'antichità si verificò in età protostorica ; il fenomeno è testimoniato dai resti di numerosi nuraghi con relativi villaggi e le annesse aree sepolcrali. Il Nuraghe Santu Antine, nei pressi di Torralba, costituisce l'esempio più imponente a pianta trilobata . Acanto a scarse testimonianze di età fenicia e punica, che indicano più una frequentazione commerciale che veri e propri insediamenti, sono riscontrabili numerose testimonianze della romanizzazione sia di epoca repubblicana che imperiale . La zona , nel Medioevo, comprendeva le curatorie di Caput Abbas, con capoluogo Gurulis Vetus, e di Oppia , con Ardara che era capitale del Giudicato di Torres. Le testimonianze medievali, pertanto, sono numerose e riguardano soprattutto resti di carattere religioso che hanno retto meglio il logorio del tempo. Su Crastu Covacadu: dolmen databile tra il Neolitico Recente ( 3.500 - 2.700 a C.) e l'Eneolitico ( 2.700 - !800 ).
 
Maurizio Serra a proposito dell'argomento, se avete il piacere di realizzare delle schede sui villaggi scomparsi Vi segnalowww.villaggiscomparsi.it
 
VILLAGGISCOMPARSI.IT|DI VILLAGGI SCOMPARSI
 
Mario Grimaldi Graditissimo, grazie Maurizio!
 
Yuri Foglia Volendo c'è ancora tanto da approffondire!